Giuseppe Campos Venuti (1926-2019)


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Giuseppe Campos Venuti (1926-2019)

Giuseppe Campos Venuti nasce a Roma il 3 agosto 1926. Entra giovanissimo nella resistenza a soli 17 anni. Il suo nome di battaglia è “Bubi”, nomignolo da bambino che lo ha accompagnato lungo tutta la sua vita. Finita la guerra si iscrive alla Facoltà di Architettura dove si laurea, scegliendo l’urbanistica come professione.

Milita nel Partito Comunista Italiano (PCI), nelle cui liste si candida come consigliere comunale nel 1960 a Roma. In quello stesso periodo, il PCI gli propone di andare a Bologna per occuparsi delle politiche di crescita e di sviluppo della città, dove diverrà assessore all’Urbanistica nel dicembre 1960 nella Giunta Dozza.

A Bologna, Campos Venuti sviluppa una strategia di intervento sulla città graduale e condotta su linee diversificate: la tutela e il recupero del centro storico; la variante per la difesa della collina; la costruzione di quartieri destinati ai lavoratori e alle classi popolari in zone adiacenti al centro; la previsione della nuova sede della Fiera e del quartiere degli affari a Nord della città; la predisposizione del piano intercomunale con i quattordici comuni più vicini al capoluogo e la soluzione della tangenziale complanare, una innovativa soluzione mista di corsie urbane e a pagamento sull’anello di transito automobilistico intorno alla città.

Una politica municipale di riformismo urbanistico che porta Bubi Campos, e Bologna, a rivestire un ruolo di visibilità nazionale, che successivamente lo vedrà protagonista in moltissimi e delicati luoghi e snodi dell’urbanistica italiana.

In un periodo di grande fermento politico, il riformismo urbanistico di Campos Venuti si innesterà nel processo di rinnovamento della politica delle città e del dibattito urbanistico italiano. La lotta contro la rendita fondiaria e immobiliare, come motore della trasformazione dei suoli e degli immobili, insieme alla necessità di difendere e rispettare l’ambiente alla scala delle città e dei territori saranno alla base delle scelte che influenzeranno tutto il suo percorso culturale scientifico e professionale, con una coerenza che si rinnovava intorno ad ogni nuovo impegno.

All’interno dell’INU lavora alla formazione del primo progetto di riforma urbanistica nazionale (1963) e per le successive leggi di riforma parziale.

Il lungo impegno nell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha inizio già da studente e specialmente dopo la laurea, quando inizia la carriera universitaria presso la cattedra di Urbanistica, e prende forma negli anni in cui Adriano Olivetti è presidente. Membro del Consiglio direttivo della Sezione Laziale dal 1959 al 1960, entrerà nel Consiglio direttivo nazionale (1961-68) e nella Giunta esecutiva (1964-68). Dal 1990 diviene Presidente Onorario dell’Istituto nazionale di urbanistica dopo esserne stato presidente effettivo dal 1992 al 1993. Dal 1993 al 2007 è stato anche membro del Consiglio direttivo della Sezione Emilia-Romagna.

Dopo la stagione amministrativa bolognese, Campos si dedica all’insegnamento come professore di urbanistica al Politecnico di Milano dove insegnerà dal 1968 al 2001.

Dal 1970 al 1975 è consigliere nella prima legislatura della Regione Emilia-Romagna, Presidente della Commissione urbanistica e assetto territoriale. Nel 1980 è consulente della Regione Emilia-Romagna per il Piano territoriale e nel 1986 contribuisce al Piano paesistico regionale.

Non ha mai avuto uno studio professionale privato, lavorando sempre come consulente di amministrazioni pubbliche. L’attività professionale lo ha visto consulente per numerosi piani regolatori comunali fra i quali quelli di Bologna, Firenze, Modena, Rimini, Pavia, Ancona, Padova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Cuneo, Ivrea e Potenza. Consulente del piano regolatore di Madrid negli anni Ottanta e del piano regolatore di Roma approvato nel 2006.

Più recentemente era tornato anche ad operare in Emilia-Romagna, a Reggio Emilia, a Monteveglio, a Rimini e Molinella.

Nel 1999 è consulente dei Ministeri Lavori Pubblici e Bilancio per lo studio di fattibilità dei collegamenti tra la Sicilia e il continente. Dal 2000 al 2001 viene nominato Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Negli anni Duemila ritorna ad impegnarsi per il nuovo progetto di riforma urbanistica non riuscito negli anni Novanta e ancora oggi, contribuendo finalmente al successo delle prime riforme urbanistiche regionali, tra cui quello della regione Emilia-Romagna.

La vasta produzione scientifica testimonia un’impegnata e continua battaglia culturale: Amministrare l’urbanistica (Einaudi), Urbanistica incostituzionale, La terza generazione dell’urbanistica (Franco Angeli), Urbanistica e austerità (Feltrinelli), Antologia dell’urbanistica riformista (Etas Libri), Cinquant’anni di urbanistica in Italia (Laterza), Città senza cultura (Laterza).